Categorie
being in 3D

Shangai 2

photo 1

mm.. che mal di testa. ho sete.

oddio…
dove sono? cos’ho fatto? perché sono nuda?

…ancora?

questo qui mi sta dormendo addosso e non si sveglierà mai..
ma chi è? chi cazzo sei?? perché sono qui?
mal di testa. forte.

che ore sono? dove sono?

sono a shanghai. merda.
a casa di uno sconosciuto. in un punto sconosciuto. di shanghai.
merda.

sono un’idiota.

vale. puedo hacerlo.
devo solo scrollarmi di dosso questo tizio americano che lavora per la disney.
per la disney… ma si può?¿
si, disney.. sei enorme però.

ok. mutande, calze, pantaloni, reggiseno, maglietta, golfino.. avevo un golfino? si, qua. ok.
borsa: soldi, cellulare, documento. ok.
scarpe.. facciamo che le tengo in mano…

ma perché gli ho fatto comprare un’altra bottiglia di vodka?
perché l’ho seguito qui? perché abbiamo guardato sette minuti di Sherlock Holmes?
…tequila. maledetta tequila.

allora. ci siamo. ciao disney, dormi bene.
scusami se scappo così, ma è più facile.
non saprei proprio cosa dirti.
e in che lingua dirtelo.
in che lingua parlavamo poi stanotte? …abbiamo almeno parlato???

vabbeh sono le cinque di mattina. andiamo.
destra sinistra ..? destra.. ok le scale, ah.. è chiusa? cazzo..
c’è un cancello.. ma da dove esco?? ah il parcheggio.. e.. oh dio..
il portiere. chissà che risata si fa. sorridi.

ecco. una strada. un taxi. ce la posso fare.
il bigliettino. dov’è il bigliettino? qui.
l’indirizzo cinese. speriamo sappia arrivarci.

non si può fumare. c’è scritto sul sedile davanti a me.
e io stupida persa donna italiana fumo.
e per qualche strano motivo shanghai mi sembra bellissima.
mi sembra casa.

tornare all’alba.
lasciando una casa che non è la tua.
verso una casa che è tua solo per qualche giorno.

attraversando queste splendide città mentre si svegliano.
i rumori e i movimenti aumentano, ma lentamente.
cammino con i tacchi in mano.
con i vestiti della sera prima.
sul ponte de triana a sevilla,
sotto la minerva di pavia,
per le strade di shanghai.

e sorrido alla gente.
ai cinesi che alle 530 di mattina vanno a fare tai chi,
nei parchi dei complessi residenziali.
scioccamente felice.

ora devo solo farmi aprire.
non posso citofonare e svegliare il padre della mia amica che ci ospita.
devo chiamare. dalla cina in cina. posso farcela?
..voci meccaniche parlano in cinese.
grandioso. cazzo.

colpa di tre compagni di viaggio idioti,
che chissà perché, in qualche modo, stimo molto.
colpa del mio sentirmi un po’ insicura con ognuno di loro.
sapere di dover stare all’altezza.
che da ubriachi diventa dover stare al gioco…

esce qualcuno.
sorridi, fai passare, entra.
ok. ascensore. porta…

porta cinese ovviamente. che si apre con un codice ovviamente.
mah..
comunque è facile: 1111.

no, non funziona. merda.
forse ho sbagliato a digitare. 1111.

cazzo. cazzo. non funziona!
ma è quello! 1111. 1111!!!

riprova. oddio, aiuto suona tutto.
no, dai. merda. spegniti.

finito. grazie al cielo.
rimango qui fuori, fa niente, aspetterò, sono le sei ormai…

la porta si apre…

“Buongiorno Stefano. scusami, davvero. scusami tanto.”

“Ciao, ma tu sei tornata ora sola…? Tornate tutti insieme la prossima volta, per favore.”
“Si. Hai ragione, scusami.”

E scusami anche se sorrido mentre lo dico,
ma so già che non ci riusciremo.

Categorie
being in 3D fun

Shangai

IMG_1502

bip bip bip

spegnetela

bip bip bip

ok si, sono io. vai. ce la puoi fare. che sonno.

che testa peso. che peso testa. ora ce la faccio. che occhio peso. che peso stomaco. sono mezza svestita, ok.

bip. sveglia. no,

non sveglia. cellulare, sveglia. no. sms. si. forse. no,

cellulare si scarico. non lo ho messo in camera. in carica. sono in camera non lo ho messo in carica il cellulare non era in caric- uff che peso. gira guarda ecco le 7. presto, le sette

dormo le sett- no peso. che fatica. che profumo strano. ora mi gi- no. capelli? davanti alla bocca capelli che sonn- uno. un uomo un maschio.
spè.
un uomo maschio sonno mattina non sono le 7 c’è troppo casino che sonno però. ecco ok un uomo in camera mi- no non è camera mia. nemmeno il maschio è mio. non ho maschi mi sa, dove cavolo mi sono addormentata? ero con gli altri e poi la discoteca, già è vero siamo anche a shangai tra l’altro, non sono a casa. e lui chi è? è grosso cavolo. cavolo cavolo cavolo.

cavolo cavolo cavolo.
cavolo cavolo cavolo.

cavolo cavolo cavolo.

se si sveglia cosa gli d.. ma è cinese? no non è cinese è troppo grosso. ma è grosso tanto a me non piacciono grossi. allora non mi piaceva o ero ubriaca. questo spiega la pesantezza. spiegherebbe la antezza.

e il fatto che sono svestita. e il fatto che sono le sette. non sono le sette ok
sono le 11.

come mai erano le sette? ok forse non vedevo. sospiro. chissà se stanotte.. mah. con questo qui? non lo vedo nemmeno bene in faccia. ha delle belle spalle però. ma è grasso. effettivamente grasso, sono grosse le spalle, non belle ma mi piacciono viste da qui. forse le ho viste dall’alto in discoteca, o fuori ma gli altri non mi hanno detto niente? cavolo mi sa che è brutto questo qui a vederlo in piedi, ma nel senso nemmeno affascinante nemmeno nel senso che è simp- ma non si sveglia? eppure un po’ mi sto muovendo. bella luce alla finestra bella temperatura si. era più ubriaco di me mi sa. che sonno. non proprio sonno ma insomma voglia di qualcosa di buono. ehe funziona sempre mi fa sorridere la signora del ferrero rocher.

le undici forse però è il caso di muovermi dai – mancano gonna calze scarpe borsa maglia basta credo evitiamo le calze come diceva quel libro di baricco è come ricaricare dopo un duello

va bene dai allora mi alzo non lo sveglio o forse lo sveglio vediamo uno due tre sposto un braccio cristo se pesi ups ho detto cristo no lo ho pensato bè se esiste legge nel pensiero e ha altri superpoteri

crisbio se pesi. vai vai gira gira esco con una gamba fortuna che fa una bella temperatura ups mi esce la mutanda spè spè spè spè ononnonn ok sono fuori devo solo spostare il bracc- dove cavolo abito poi

no, qui a shangai. che peso. casa mia ok sotto cresseglio però shangai non è sotto cresseglio mo’ non so nemmeno il cinese ah già

ah già

grazie, si, ho un biglietto scritto in cinese nella borsa con l’indirizzo. fiuu grazie taxi grazie umani grazie lori grazie braccio ti sposti ecco mi infilo nella gonna ups cado pfffffffff

pff
snr

non ridere forte ce la devi fare non sei ubriaca. guardalo dorme come un angioletto. dai non è brutto, è pienotto. sembra tipo .. quello lì. dai cosa ha fatto quel film in cui era un angelo. ma si dai, anche l’altro in cui sparava a qualcuno. lui si dai. un po’ meno bello ma lui.

ecco, borsa, tac, bigliettini… eccoli si vicino a sto coso cosa è sto coso scritto in cinese boh sarà di ieri sera, cellualare spegnamolo che se mi serve dopo niente male sta casa peccato che non la tritroverei più nemmeno se pregJOHN TRAVOLTA SI! sembra john travolta. ciao john travolta. dorme di bestia. chissà se gli ho lasciato il mio nome uff che capelli meglio legarli, mascara mascare non c’è ovvio dai no c’è bravo mascara. chissà cosa farebbe un uomo adesso, forse non avrebbe nemmeno guardato lo specchio tac. chiudi metti guarda ok vai bella casa tutta ikea, strano a shangai.

a posto, che sonno cazzo cazzo. va bene. grazie john travolta, è stato bello conoscerti forse o forse no bè dai è una bella giornata in una bella shangai no in fondo dai è sempre una bella giornata se la inizi con john travolta

Categorie
youtube

Compleanno 2008 parte 1

Montaggio pigro, scusate 🙂
Forse, come il titolo suggerisce, ci sarà una parte due

Categorie
youtube

La cava di montorfano

Vorreo èarteciparvi tutti di ciò che trovammo a montorfano

Categorie
Uncategorized

Compleanno parte 1

Grazie tommi, cliccare sulle foto!
100_8928100_8935100_9015100_8912

Categorie
musica youtube

La pasquetta 2008

Delirio di musica e danze.

Ci sono anche le foto volendo.

Categorie
musica youtube

Karen sings

Karen ci canta la sua bella canzone in una serata sciallo. Canzone di cui non ricordo il nome, forse Stolen away from you. (Rubato da te).

Vai Karen a te la linea.

Categorie
inside

Sunrise

sunrise hamilton (25)

Stanotte non ho dormito. Avevo sonno ma avevo il cuore che esplodeva di cose da dire, così le ho detto continuamente su internet a tutti quelli a cui dovevo dirle, così la notte è passata tra una parola e l’altra, inframezzata da una passeggiata sotto le stelle con persone che non mi conoscono ma mi stanno vicine.
Inframezzata da una permanenza di alcuni minuti sotto un cielo disumano, di quelli in cui si vede molto chiaramente la via lattea, con stelle cadenti, con odore di campagna. Guardandolo ho avuto l’impressione che stavo capendo qualcosa di più dell’Universo, un bonus che mi è stato concesso per pochi secondi, poi sono tornato in macchina.

Poi a un certo punto dopo essere arrivato a casa ho detto ok vado a dormire, e ho alzato gli occhi dal computer.

sunrise hamilton (50)

Albeggiava, lo stronzo. Il sole stava colorando la parte più bassa dell’orizzonte di un gradevolissimo azzurro. Non potevo rifiutare l’invito, era una cosa di rappresentanza almeno, se non mi fossi presentato non mi sarei poi più potuto presentare alle segueti albe e tramonti.

giobi guarda cielo

Ho messo il maglione e ho preso la mia fedelissima Lumix, ho corso.

hillcrest road (8)
Ho corso con molto più fiato di quello che avrei potuto avere, non aveva senso. Erano le 6 e mezza di mattina, ho corso davvero come una bestia sia come velocità che come portata della corsa. Sono andato a Hillcrest, la strada sulla cresta della collina, una strada che sembra vada dritta su per il cielo, e mi sono infilato in una stradina privata.

Poi mi sono appollaiato su un trespolo, sono stato un’ora, cacchio un’ora è davvero tanto, ad aspettare che la linea luminosa diventasse più forte. Era davvero un po’ snervante, stancante.
Dopo un po’ è arrivato uno in macchina, avrà avuto la mia età. In Nuova Zelanda non è comune vedere uno appollaiato su un palo fuori da casa tua, ma è molto comune salutare persone che non conosci e chiedere come stanno. Mi mancherà moltissimo questo. Così mi ha salutato e mi ha cheisto come stavo. Io stavo bene, e anche lui, probabilmente tornava da qualche festa. Lo ho fermato e gli ho chiesto di farmi questa foto.

sunrise hamilton (6)

Grandioso.

Alcuni minuti dopo è uscita una ragazza dalla casa di fronte e mi ha detto “Ehiiiiii how are you?” – è stata molto cordiale e simpatica, mi ha spiegato che andava ad Auckland per un corso universitario e che di solito non si svegliava a quell’ora.
Ho ringraziato il sole per quei due tizi insomma, e poi ho visto il filo dorato all’orizzonte. Ho pensato: oh, finalmente.

sunrise hamilton (28)

E mentre pensavo “finalmente” di colpo sono scoppiato a piangere, senza preavviso. Fottuto sole.
Non pensavo si piangesse davanti alle albe, e invece cazzo si. Assurdo, non è un viso, non è una situazione, è solo il sole che sale. È bello, non è commovente. E invece era davvero commovente, al di là della situazione.

sunrise hamilton (50)

E così è andata, sono tornato a casa, stanco e felice.

E ho pensato a una cosa molto facile:
ogni tramonto un’alba.

Categorie
youtube

Rosie e le donne maori

godetevelo 😀

Categorie
Uncategorized

Rosie

rosie
Rosie è italomaori, anzi sardomaori che è peggio. Mi arriva alla spalla, ha la carnagione un po’ scura e i lineamenti un po’ sardi, corporatura minuta ed è pazza. Fa facce continuamente e spoglia le frasi da tutti i please e altre parole così che quando ho lavorato come cameriere i riferimenti erano “take” “there” “hold” – ogni tanto dice anche “thanks” ma non esagera mai 🙂 è il caposala del ristorante, il capo di qualsiasi cosa finisca in mezzo. A sedici anni tipo è scappata di casa.

Va ben, la sera che lavoro lì mi dice che dopo andiamo da qualche parte, ci troviamo con i suoi amici. Chiaramente senza please, senza un tubo. “We go out” e poi una faccia tipo sono pazza. Ok, va bene. Dopo il lavoro quindi si esce sciallo dal ristorante, prendo le chiavi della mia macchina e lei si dirige invece verso un mostro bianco parcheggiato per così dire mezzo sul marciapiede e mezzo altrove, di sbieco. “Come” (vieni) – le chiedo i dettagli del programma della serata, lei accenna locale amici giro locale giro amici, va bene salgo sul mostro, dopo che lei ha diradato la coltre di oggetti di varia natura che risiedevano lato passeggero per farmi per così dire accomodare.

macchina rosie (1) Il mostro bianco si muove, è a occhio un 2400 turbo di un tamarro che è più che tamarro, lei lo usa per fare corse illegali in giro – capisco di essere finito in GTA. Lo avevo già intuito quando sono entrato dal barbiere con le strisce rosse e blu fuori, ora ne sono assolutamente certo.

Quando cambia marcia (cosa che accade spesso) o semplicemente rilascia l’acceleratore (cosa che accade di rado) la macchina emette un sonoro sbuffo, ovvero il turbo che si rilascia, ovvero PSHHHHHHHHHHH. Gli interni, sobri, sono corredati da gps (ovvio) contagiri in evidenza (ovvio) lancetta del turbo (meno ovvio) e cronometro sul volante (molto meno ovvio). Lei sembra padroneggiare bene la cosa, facciamo un paio di giri in cui becchiamo il suo ragazzo e i suoi amici (che parlano come parla la gente in GTA, se capite cosa voglio dire) e costatiamo che i locali sono tutti chiusi, ma soprattutto succede l’inevitabile: una ragazza dal marciapiede destro su un tratto a 4 corsie (noi si guida dal lato sinistro qui) le dice qualcosa, che credo fosse “ehi puttanella”, ma non ho sentito bene. Di sicuro non era “tanti auguri a te”.

Da brava sardomaori, Rosie gira diligentemente il volante a destra (strada deserta fortunatamente) accelerando e facendo sentire che le sue gomme hanno una buona tenuta (è una ragazza prudente), corona l’inversione a U con un bel freno a mano accostando a un marciapiede, slaccia la cintura di sicurezza (è una ragazza con la testa sulle spalle, lei), scende buttando via la sua diligente sigaretta, e dà un paio di diligenti ginocchiate alla signorina che le ha urlato dietro, sotto gli occhi stupiti delle amiche della signorina, il tutto seguito da un po’ di insulti artocolati e disarticolati da “fuck” e oscillazioni orizzontali della testa che nemmeno nei peggiori ghetti del bronx. Io lato passeggero mi gustavo il cinema, ma purtroppo non ho fatto in tempo a prendere la macchina fotografica. Il tutto coronato da un’altra inversione a U (tra un semaforo e l’altro, nb), e un lancio di bottiglia fuori dal finestrino, direttamente sull’asfalto. Dopodiché si torna dagli amici e si racconta la cosa, naturalmente ingigantendola un po’ per il piacere del pubblico. Almeno, credo che la ingingatisse dal numero di “fuck” che le sono usciti dalla bocca.

Il suo moroso era felice dell’episodio, bravo 🙂

Che dite, vi aspetto che scendete anche voi? Portate i manganelli regaz che qui siamo west siders!