Dopo qualche annetto a lavorare non mi permetto di dire che sono un professionista, ma credo di avere trovato un gruppo di regole che possono restringere il campo e alzare una barriera per separare i comportamenti professionali da quelli che non lo sono.
Per avere un impatto migliore a livello di ufficio stampa, cercherò di tenere il numero di regole a 10.
- Il professionista conosce le sue capacità
Sa cosa può fare e sa quanto ci mette a farlo, sa che materiali e strumenti servono e sa dove può arrivare con ciò che ha – vedi punto 7. - Il professionista promette degli obiettivi
Conoscendo cosa sa fare, il professionista pone degli obiettivi chiari e i requisiti per raggiungerli. Spesso li scrive nero su bianco. - Il professionista mantiene obiettivi in tempi stabiliti
Gli obiettivi hanno scadenze precise, da rispettare e da verificare - Il professionista valorizza gli obiettivi
Sa quanto costa in termini monetari o etici un lavoro, capisce che la manodopera ha un valore preciso, che le ore di lavoro sono quantificabili e che talvolta un’idea vale più delle ore di lavoro che sono state necessarie per arrivarci. - Il professionista capisce cosa vuole esattamente il cliente e sa spiegarlo in modo comprensibile
A volte il cliente ha un disagio, un problema non identificato con precisione. Il professionista identifica con precisione la soluzione al problema. Sa anche riconoscere ragionamenti viziati da visioni parziali della situazione o da incompetenze sul campo; dopodiché sa spiegarle con chiarezza al cliente quali sono gli estremi del problema e della soluzione: questa capacità da sola vale più della soluzione al problema stesso – vedi punto 7. - Il professionista parla in positivo quando è possibile
La mente gestisce male le negazioni e la negatività. Se si tratta di spiegare una soluzione o di gestire un conflitto con un cliente, il professionista va verso la soluzione del conflitto nel più breve tempo possibile e con il minor numero di parole e concetti implicati, proponendo accordi ed evitando di menzionare il passato, specie se conflittuale.
Il professionista parla in positivo dei colleghi, salvo per negligenze gravi. - Il professionista sa a chi rivolgersi
Nessuno sa fare tutto, il professionista sa a chi rivolgersi per fare ciò che lui non è in grado di fare da solo a livello di tempo e capacità. Si crea un network di persone e servizi che possono aiutarlo a gestire il lavoro pianificato o in emergenza. - Il professionista esegue il suo lavoro a testa bassa
Il professionista parla solo quando ha raggiunto un obiettivo almeno parziale del progetto completo. A fronte di inconvenienti, cerca comunque un punto fermo in cui un capitolo relativo al progetto sia stato completato, in modo da dare una posizione pulita e usabile per ragionare sul prossimo passo. - Il professionista sa gestire una crisi
Nessuno è perfetto (vedi 7) – le crisi capitano. Non è possibile promettere di risolvere qualsiasi crisi, ma l’orientamento del professionista deve essere operativo e non di panico o aggressività. Una crisi è un nuovo problema che chiede una nuova soluzione. - Quando il professionista sbaglia, paga
Nessuno è perfetto (parte 2 ahimè) – nonostante le proprie capacità non ci sono certezze totali di soluzione. In quel momento l’errore va riconosciuto, piccolo o grande che sia, e va ripagato lavorativamente, economicamente o eticamente a seconda di cosa richieda la situazione.