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being in 3D

Un blog nel 2019

Ha senso fare un blog oggi?

Il riscaldamento globale, l’obesità incombente, il populismo, il prurito alla coscia sinistra.

Ma soprattutto i social. Quando ho iniziato, il blog era l’unico canale pubblico di condivisione di me stesso, oggi come tutti sono rimasto invischiato in facebook. Dieci anni fa gli amici e qualche sfortunato avventore venivano apposta su questo sito, vedevano qualche foto e soprattutto leggevano un articolo dall’inizio alla fine: oggi l’intervallo di attenzione è nell’ordine di secondi, quando leggo un articolo leggo l’inizio dei paragrafi per saltare i preamboli e capire se Carola Rackete è stata incriminata, se Trump ha effettivamente detto quello che c’è nel titolo, se i ginecologi sono effettivamente arrapati dalle loro pazienti.

Sì, comunque in realtà ha senso. Riporta una dimensione che io ho perso. Dedicare 5 minuti a leggere, non dare la possibilità di commentare, esprimere il proprio pensiero in termini relativi.

Per questo potrei iniziare a scrivere cose, riflessioni meno romantiche della fase romantica e meno giocose della fase giocosa e meno poetiche etcetc.

Prima per me, e poi per chi, magari mi leggerà.

A più tardi!