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Il pianeta delle scimmie

Il pianeta delle scimmie. Da guardare ma proprio a manetta.

Quello vecchio, è il primo e finora unico film vecchio che mi sia piaciuto, effetti speciali ridicoli ma veramente effettivamente degno, per i miei umilissimi gusti.

E anche bel finale 🙂

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C’è bisogno di..

Un nuovo design. Si si proprio si, non riesco più a scrivere se no, e tra poco vado in Spagna, è il caso di applicarsi un momento. Ma prima mr-blonde.com.

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Viva la SIAE per una volta

Grazie a Paolo Attivissimo per la segnalazione

Finora l’autore che ha affidato le proprie opere alla gestione della Siae non può liberarle, quindi è stata sempre la Siae a dare l’autorizzazione a terzi per il loro utilizzo, facendo da intermediario. Ora, invece, con la nuova regolamentazione annunciata un autore può mettere su Internet una propria composizione anche a titolo gratuito facendo una semplice dichiarazione alla Società che in questo caso dà piena libertà all’autore senza pretendere nessun indennizzo per il proprio servizio di gestione

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Amare

Non è credere che l’altro sia fatto per te, é imparare a convivere con te stesso e quindi con un altro, è fare diventare speciale chi hai davanti, è capire che la cattiva sorte non è solo quando la sorte sarà cattiva, ma anche quando l’altro lo sarà.
Pochi sanno esprimere l’amore nella cattiva sorte, ma non provarlo anche in quei casi di cattiva sorte è una maledizione, che non ho mai incontrato.
(Se l’amore non incontra difficoltà non può essere verificato. Il che può essere un bene.)

Prima di chiedere, guarda a cosa stai dando.

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Guidare

Vale la pena di prendere la macchina e andare drittti finché non hai voglia di casa. A volte basta mezz’ora, a volte passa anche tutta la notte.

Non amo la distanza, ogni chilometro in più che mi separa dalle mie radici è una tacca in meno nella barra dell’energia, come quando un cellulare non ha campo.

Fortunatamente da quando ho iniziato a viaggiare in un certo modo le radici sono diventate più città e addirittura più nazioni.

Quindi ricapitolando vale la pena andare per poi tornare, senza stabilire esattamente quando si torna. Magari da soli, non è affatto male, è come tuffarsi all’indietro nella propria testa. Senti odori che avevi solo mezzo immaginato tra una pausa caffè e il suono delle chiavi tirate fuori dalla tasca.

Invece parti e sono lí, magari a pochi metri da casa, solo che non ti eri davvero messo nella posizione di uscire di casa, bastava solo un attimo di fantasia. E quell’odore è una porta per l’immortalità, cosa che non puoi capire prima di averlo annusato. Nè dopo effettivamente, vive solo in quel momento: quando senti il rumore del motore, o quando si apre un paesaggio dietro una collina. O quando vedi una pecora.

Nè prima nè dopo, solo lí.

“When I’m able to walk I’m the king of my world”

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Marco Aurelio

Oggi, quando ti alzi, pensa che nel corso della giornata ti imbatterai in un bugiardo, un ladro, un adultero, un assassino. Ricorda che devi trattarli come uomini perché sono esseri umani esattamente come te e quindi non puoi fare a meno di loro come la mandibola inferiore non può fare a meno di quella superiore.

Marco Aurelio, imperatore e filosofo.

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Grow down

castagne al mont'orfano 21-10-2007 13

In inglese grow up significa crescere. Up è la direzione, crescere verso l’alto.
Ed è anche la tendenza comune, si può dire, pensare hce bisogna crescere verso l’alto, lo fanno quasi tutti, dalle piante agli animali. Non sembra sbagliato, anzi non c’è uno sbagliato credo.
Per noi umani significa crescere verso modelli di vita, crescere guardando in alto, trovare un modello che fa per noi, o perlomeno una direzione che faccia per noi. Un qualcosa che ci renda felici, per crescere. Che sia una casa, una famiglia, un lavoro, un’attitudine o una competenza.

C’è chi suggerisce un altro approccio, non opposto ma direi complementare al grow up, ovvero grow down. La pianta che cresce dentro di se, va a scavare con le radici se vogliamo seguire la metafora, per trovare la vera essenza di sè stessa. L’umano che cresce dentro di sè sempre di più, per conoscere la propria ombra, la propria storia e le proprie passioni, dando nomi a ciò che trova (dare un nome è possedere).

Per essere felice percorro entrambe le vie, in alto e in basso, guardandomi intorno e guardandomi dentro. Sembra funzionare, sembra che le cose vadano meglio, spero di diventare una bella quercia o un bel ciliegio un giorno, e di diventare, soprattutto, grande.

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Lo senti il treno?

siviglia 2008 (34)


Alle undici capita, credo. Verso quell’ora, di sera, quando sento solo i cani abbaiare ogni tanto, lo sento. Il treno passa.
Lo sento da qui, sono lontano ma mi sembra di essere tra la ruota e la rotaia, a seguire come una telecamera il movimento rapido della ruota alla stessa velocità del treno.
Basta che chiudo gli occhi – anzi basta fissare il muro o la finestra – e in pochi secondi sono rapito da quel segno, immagino il macchinista.

Eccolo, il macchinista, guarda davanti e la strada per il treno è segnata, per lui e per me no, per quei secondi sono il macchinista. Guardo la strada che ho davanti ma so che intorno ci sono colline verdi, e più in su tanta neve bianca, so che di giorno la gente gira da quelle parti ma adesso sta dormendo e io passando accarezzo le loro teste. Adesso tutto è fermo, passo solo io. Fuori fa caldo, non importa che stagione sia, io sento che fuori fa caldo, potrei uscire a camminare al bordo della ferrovia se volessi, solo che adesso ho questo treno che corre.

Arriverò ai ghiacciai un giorno, anzi una notte
senza corrente elettrica
a fari spenti arriverò
con coraggio
e poi di nuovo giù
dall’altro pendio del mondo
vedrai che arrivo che farò
turbine e scintille accese
vedrai che arrivo che farò
e come puntuale di ritorno
accanto a te sarò.

Altroché se arriverò.

(so che fare il macchinista è molto più noioso e meno poetico, ma vissute da lontano tutte le storie possono essere molto più forti)

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Piove

Come ultimo video dell’anno volevo lasciare qualcosa di particolarmente spirituale:

Link: Fleg Master Tlpizza

Auguri Mario

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La mia musica

mr blonde estate 2008 (102)

Suono, tanti che mi conoscono mi identificano almeno in parte come quelo che suona e che canta, che è correlato alla musica, e vedo un po’ di amici che spesso mi chiedono ascolta quello senti questo guarda questo guarda quello.

Non perché io sia correlato alla musica, è quello che fanno tutti con tutti, è un’usanza degli umani a quanto ho capito, passare musica e fare vedere cose che si ritengono belle – si in effetti lo faccio anche io, però con la musica è diversa, non ce la faccio. Io la musica la ascolto poco, la ascolto in rarissime occasioni, se in una giornata ascolto mezz’ora di musica è tanto, a meno che non sia per ragioni didattiche, per impararla o insegnarla, e lì l’ascolto è tutt’altra cosa.

Ma la musica per me è un momento privato, privatissimo, più che andare in bagno o a dormire. La musica è inspiegabile, nel senso che il senso estetico dell’uomo nei suoi confronti non ha spiegazione razionale. Il senso estetico ha difficilmente spiegazione razionale in effetti, ma comunque: per me è un momento estremamente privato. Non forzatemi ad ascoltare qualcosa, se si parla di guardare qualcosa posso chiudere gli occhi – le orecchie non si possono chiuere allo stesso modo.