Da tanto tempo, ogni volta che vando a dormire mi propongo di scrivere questa cosa. Finalmente sono qui con le mani sui tasti. Il tutto parta da una collina, se dobbiamo trovare un punto di partenza: trovare un punto di partenza a tutto questo è una cosa artificiosa comunque, ma per capire la mente umana deve fare percorsi lineari, anzi per spiegare è più comodo.
Il tutto parte da una collina, ogni sera parte da lì ma quando sono in giro parte da altri posti. Ieri sera è partito dallo spazio verticale di cielo che c’era tra il campanile e l’Alberti, guardando da dove via san Vittore bassa diventa via san Vittore alta, piazza san Vittore davanti all’edicola insomma. Guardando lì il cielo sfumava da azzurro in basso a blu in alto, e una stella in mezzo alle 5 del pomeriggio.
Una stella in mezzo alle 5 del pomeriggio.
Probabilmente era Venere, non cambia la cosa. Mi sono davvero dovuto fermare in mezzo alla piazza a guardarla, e pensavo a chi dice “quante volte camminiamo a testa bassa senza apprezzare le piccole cose che ci circondano”.
Poche, decisamente poche per fortuna. L’immagine e l’odore del vento freddo hanno fatto il loro gioco lasciandomi in piedi lì in mezzo..
E la collina? La guardo ogni notte prima di addormentarmi, basta girare un pochino la faccia ed eccola lì, dalal finestra, con poche decine di luci, ognuno una casa.
E come al solito ogni casa almeno un cuore che batte.
Ma non è solo quello, come quella volta che si volava senza aereo, piuttosto vedo la collina e penso, anzi provo.. anzi sono in un altro posto, un posto che chiaramene non esiste. Un ponte tra sogno e realtà, anche se è un’immagine abusata. un ponte tra sogno e realtà non è una cosa astratta, è una cosa che esiste. È, appunto, un luogo solo nel mio cuore. Nella mente ci sono luoghi, si, ci sono tutti i luoghi che si hanno visitati, ma le cose che vediamo si fondono e danno vita a posti che non esistono davvero, e che hanno la potenzialità di tirarti fuori da dove sei. Guardando quella collina credo di vedere il luogo in cui mi trovavo prima di nascere, un archetipo di collina e di cielo scuro, di luci, presenze e distanze.
E in quel momento, per tutto il tempo che mi è concesso, vado oltre la testa che ho, vivo davveo tutto quello che un respiro può concedere e anche di più. L’anima, usando una metafora a me cara, si dilata e copre tutto quello che si può sentire.
Le parole, in questo caso, servono a poco.
Mille anni, e mille anni ancora
Che bell’inganno sei anima mia
1 risposta su “I luoghi del cuore”
Io lo chiamo “tunnel spazio-temporale” e mi appare da quando sono piccola, a volte frequentemente, ma più spesso raramente. Mi fa piacere sapere che non sono l’unica pazza, o forse no, forse mi piaceva pensare di essere l’unica! Va beh…